Responsabilità: cuore del proprio cammino umano

Pubblicato il 18.02.2025 da Manu

Responsabilità: cuore del proprio cammino umano

“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.” (Spiderman)

C’è una grande risorsa che dovrebbe essere il fondamento del cammino umano di qualunque persona: la piena assunzione delle proprie responsabilità. Non credo che viviamo in una società che stimoli molto questo aspetto… vivere sulle spalle dei propri genitori è slittato sempre più avanti; la lamentela è lo sport nazionale in qualunque discussione o programma televisivo; molti si aspettano che qualcuno gli risolverà i problemi e fuggono non appena ne creano uno loro. Prendersi la responsabilità della propria vita è la chiave per intraprendere un vero cammino umano (e non solo) e possiamo definirlo come quell’atteggiamento per il quale si riconosce di essere frutto di una storia passata, si è consapevoli del proprio punto di partenza nel quale ci si trova, e si vuole guardare concretamente a quali passi muovere nella direzione giusta della propria vita.

C’è una nota preghiera di Reinhold Niebuhr, teologo protestante americano, che dice:

Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per riconoscere la differenza tra le due.

Mi piace molto perché dà un nome alle due condizioni possibili che hanno le circostanze intorno a noi: o le possiamo cambiare, oppure no. Questa preghiera non è una scusa per arrendersi, ma uno strumento pratico: accettare ciò che è fuori dal nostro controllo (come il giudizio altrui o gli eventi passati) ci permette di concentrare le energie dove possiamo davvero fare la differenza. Su alcune cose abbiamo grandi margini per metterci le mani e lavorarci, su altre non abbiamo nessuna influenza possibile. A volte facciamo fatica a distinguerle e ci impelaghiamo in cose che non ci appartengono… Infatti deve essere chiaro che assumersi la piena responsabilità della propria vita non significa dover aggiustare le cose che non possono essere sotto il nostro controllo: il meteo, la fame nel mondo, la politica dei massimi sistemi, le persone intorno a noi… non concentriamo i nostri sforzi su cose più grandi di noi: questo lavoro sulla responsabilità deve essere sempre ancorato alla realtà!

Il primo passo è accettare la nostra storia e il nostro passato, che per quanto pieno di errori e problemi, ci ha portato a quello che siamo noi oggi. Lo stesso vale per quel presente che non dipende da noi, o che ha bisogno di processi lunghi per essere “rimpiazzato”. La lamentela sulle sfighe che hanno segnato quello che siamo può essere l’opportunità per riconoscere qualcosa che non va, ma poi va canalizzata e smorzata. Un esempio concreto: se ti lamenti costantemente del tuo lavoro, puoi scegliere di aggiornare il curriculum e candidarti ad altre posizioni (azione) o continuare a rimuginare senza muovere un dito (inerzia). Perché a seconda di come le gestiamo, le lamentele ci possono portare su due strade diametralmente opposte: o ci stimolano a un cambiamento e a diventare proattivi; oppure alimentano la spirale dell’inerzia, che diventa un circolo vizioso fondamentalmente sterile. Troppe volte abbiamo la tendenza a renderci vittime ricoprendoci di lamentele, che in qualche modo giustificano la nostra resistenza a un cambiamento propositivo… spegnendo il motore dell’intraprendenza con una soddisfazione di paglia che nasconde l’attaccamento alla propria poltrona calda del proprio agio. Un esempio: “Ho un lavoro pesante e pagato poco. Il mio capo mi tratta da cani e rincorro mutuo e bollette senza concedermi neanche una vacanza!”

Dopo aver riconosciuto dove ci troviamo, dobbiamo muoverci (per quanto poco) nella direzione giusta. Anzitutto: frena il piagnisteo e sii grato per quello che hai e che ti permette di fare quello che fai. Ad esempio, ogni mattina scrivi tre piccole cose per cui sei grato (anche solo un caffè bevuto in pace o una chiamata con un amico). Poi cerca di dare un nome (possibilmente concreto e misurabile) a come vorresti che le cose fossero… Cosa posso fare per migliorare la mia situazione? Quali piccole abitudini posso introdurre per invertire la rotta? Dove posso mettere mano alla mia vita su questo aspetto? Orienta queste domande all’azione e comincia a lavorarci su! Magari hai già intrapreso alcune di queste azioni… fai tesoro degli errori già fatti: non puoi pretendere di avere risultati diversi facendo le stesse cose di prima! Trova delle possibili soluzioni ai tuoi problemi, e agisci di conseguenza. Restando sul nostro esempio: cerca un nuovo lavoro, acquisisci nuove competenze, risparmia, investi, taglia su spese superflue o inizia un’attività secondaria, ecc… e trova amicizie che ti supportino e sostengano in questo cammino!

Ricorda che hai piena libertà nelle tue scelte: sei tu il pilota della tua vita. E ricorda che ogni scelta comporta sempre delle conseguenze: sii consapevole e accettale. Ogni strada intrapresa (ma anche ogni stallo) chiude delle porte e ha ripercussioni a cascata anche qualora le ignorassimo: come diceva Ayn Rand, “Puoi ignorare la realtà, ma non puoi ignorare le conseguenze di essa”. Fatti carico delle responsabilità che quello che fai comporta, e non caricarti di responsabilità che non ti appartengono, ma piuttosto lasciale andare e affidale a Dio.

📌 In sintesi

  • Impara a distinguere tra ciò che controlli e ciò che non controlli (preghiera di Niebuhr).
  • Accogli passato e presente per quello che sono, senza lamentele o recriminazioni.
  • Apriti al futuro in maniera attiva (“cosa posso fare oggi?”)

Azioni concrete:

  • Fermati: Sostituisci il lamento con gratitudine (rifletti per cosa puoi essere grato oggi: ringrazia per esserti alzato stamattina, per l’aria che respiri, le tue gambe, la tua famiglia).
  • Definisci: Descrivi in modo specifico come vorresti migliorare un aspetto concreto della tua vita (es. Passa da “È tutto uno schifo…” a “Voglio un lavoro che mi permetta di avere i weekend liberi”).
  • Agisci: Scegli 1 piccola abitudine quotidiana per avvicinarti all’obiettivo (es. 30 minuti di formazione al giorno).
  • Condividi: Cerca alleati (amici, mentor, accountability) che ti supportino nel percorso.

🚀 Domande finali per lavorare

  • Accettazione vs. azione: Quale situazione della tua vita stai lamentando da tempo? È qualcosa che puoi cambiare o che devi accettare?
  • Micro-passi: Quale piccola azione (5 minuti al giorno) potresti compiere da domani per migliorare un’area che ti frustra?
  • Supporto: Chi nella tua cerchia ti incoraggia a essere proattivo? Come potresti coinvolgerlo nel tuo percorso?
  • Conseguenze: Quale decisione stai evitando per paura delle sue ripercussioni? Cosa perdi rimandandola?

Buon lavoro

Manu & Fra


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